La storia

La storia del Casino De Viti si sviluppa nei secoli a partire dal Seicento, per fasi successive, secondo le varie destinazioni che nel tempo hanno connotato la società e l’economia de Salento.


1600 Nasce originariamente come Casino di caccia, secondo le abitudini dei nobili dell’epoca che vi trascorrevano il molto tempo libero e lì solevano ritrovarsi fuori da occhi indiscreti per le consuete scorribande di amici o incontri segreti.


1700 Alla fase di pieno splendore settecentesco risale il grande frantoio con  le otto nicchie  frontali delle antiche presse che testimoniano la funzione originaria nell’eleganza dei capitelli   sbalzati  nella pietra. Sul portone  d’ingresso  si trova il bassorilievo di un puttino alla caccia, simbolo della specificità di quella dimora nobiliare, nella tradizione di tante immagini neoclassiche.  


1800 Ai primi dell’Ottocento la dimora fu abitata da un personaggio misterioso, Antonio De Viti Anguissola, rivoluzionario antiborbonico e capo carbonaro, che profugo dalla rivoluzione napoletana si rifugiò qui intorno agli anni Venti per sfuggire alla polizia borbonica. E non fu mai trovato. Esiste una interessante documentazione presso l’Archivio di Stato di Lecce dei carteggi segreti dell’Intendenza e del clero sulle tracce sue e degli altri carbonari che nel Casino si riunivano. Una pubblicazione ha raccolto e trascritto quegli antichi manoscritti, interessanti a ricostruire non solo la storia di una famiglia illustre, oggi estinta, e soprattutto a ricostruire un ambiente del tutto sconosciuto . Quello di una provincia periferica com’è il Salento, niente affatto conservatrice e clericale , come la storia ufficiale riporta.


1900 A metà del Novecento la struttura divenne, secondo il ciclo economico della zona, fabbrica per la lavorazione e la conservazione del tabacco. Le antiche casse di legno di varie dimensioni, con impresse le diciture a inchiostro nero o rosso, rivivono qui come affascinanti elementi di arredo.


2000 La dimora, totalmente ristrutturata in estrema fedeltà all’antico, rivive oggi, dal 2014, nell’attuale struttura ricettiva, ad accogliere ospiti, che si tuffano a gustare lo spirito dei luoghi, unendo l’emozione del presente.